Cos’è l’Intelligenza emotiva per Golleman, test e a cosa serve
Oggi ci occupiamo di un tema molto discusso negli ultimi anni, ovvero del concetto di intelligenza emotiva. Non si tratta di un ossimoro come potrebbe ad un primo sguardo apparire, ma di un concetto reale, misurabile e dimostrabile che può essere determinante nel raggiungimento dei propri obiettivi sia personali che sociali o professionali e che vi aiuterà nella vostra crescita personale.
Per affrontare questo tema ci baseremo in particolare sulle teorie di Golleman, il primo che parlò di intelligenza emotiva e che chiarì quali potessero essere i suoi impatti nella vita quotidiana, ma daremo spazio anche ad una serie di altre analisi di altri autori che su questo concetto si sono concentrati.
Significato di intelligenza emotiva: che cos’ è?
Con il termine intelligenza emotiva si fa riferimento ad una corretta ed equilibrata gestione delle emozioni. Golleman identifica e definisce questa caratteristica, legandola in maniera chiara a quelli che sono gli obiettivi personali e professionali che un soggetto in maniera più o meno consapevole si pone.
Goleman è infatti convinto che questa intelligenza possa essere fondamentale per stimolare un percorso di crescita e di successo del soggetto. Elemento fondamentale in questo senso risulta essere la capacità di riconoscere le proprie emozioni, di saperle gestire e di ottimizzarle per migliorare la propria qualità di vita.
Golleman evidenzia infatti come le emozioni stesse possano interferire nella vita quotidiana, spingendoci o ostacolandoci verso l’uno o l’altro comportamento. Allenarsi nella gestione delle emozioni diventa dunque fondamentale e davvero produttivo.
Ad uno sguardo superficiale, potrebbe apparire assurdo l’accostamento delle parole “intelligenza” ed “emotiva”. In realtà la capacità di leggere ed analizzare le emozioni rappresenta una vera e propria forma di intelligenza.
L’intelligenza emotiva per Golleman in psicologia
Parlando di emozioni da riconoscere e da gestire, ci riferiamo di fatto a tutte le emozioni che l’animo umano può provare, siano esse primarie o secondarie. Rientrano tra le prime emozioni quali tristezza e felicità, paura, sorpresa, rabbia, disgusto, accettazione e attesa. Tutte queste emozioni possono essere mescolate insieme al fine di determinare la nascita delle emozioni complesse. E’ opportuno in questo caso sottolineare anche come in alcuni casi le emozioni cambino in base alla loro intensità (come avviene ad esempio alla rabbia che allo stato superiore si trasforma in furia).
La valutazione delle emozioni non si limita a quella che è la loro percezione, ma si trasforma e declina anche nelle relazioni che il soggetto instaura con gli altri e nella capacità di esternalizzare le emozioni stesse. E’ per questo motivo che l’intelligenza emotiva tiene conto anche di alcune competenze che si evidenziano in società o comunque nella relazione con l’altro. Parliamo in particolare delle competenze comunicative, delle competenze di leadership, delle competenze nella soluzione dei conflitti, delle competenze nella soluzione dei problemi, delle competenze nel prendere decisioni.
Come sviluppare l’intelligenza emotiva e a cosa serve
E’ lecito a questo punto chiedersi come sia possibile stimolare l’intelligenza emotiva. Gli skills elementari sono sostanzialmente tre: il primo è l’autoconsapevolezza, il secondo l’autocontrollo, il terzo l’empatia. A livello pratico, questo comporta per prima cosa la necessità di ascoltare con attenzione quelli che sono i nostri stati d’animo interiore, analizzandone natura e origine; il secondo passaggio è relativo all’accettazione delle emozioni da intendersi come elemento fondamentale della vita di ognuno.
Grazie a questa consapevolezza, diventa possibile conoscere, controllare e gestire anche quelli che sono pensieri che potrebbero apparire illogici, ma che in realtà sono connessi a qualche forma di emozione o di ricordo. E’ poi utile comprendere e far proprio il concetto secondo il quale gli eventi sono da intendersi e da vivere come passeggeri, legati a situazioni specifiche e non necessariamente destinati a ripetersi.
Altro elemento da non trascurare è quello connesso alla capacità di osservazione dell’altro e dei suoi desideri, fattore che non può e non deve limitarsi all’ascolto della parole, ma deve andare oltre e comprendere anche i suoi sentimenti. In questo senso risulta essere fondamentale il linguaggio non verbale, la sua osservazione e la sua analisi.
Come valutare l’intelligenza emotiva: il test
Al pari di qualsiasi altra competenza, anche l’intelligenza emotiva può essere misurata, giudicata e valutata. Tale misurazione si sviluppa attraverso tre differenti focus. Il primo è relativo alla necessità di quantificare il livello di empatia raggiunto, il secondo al fatto che la misurazione deve essere relativa all’abilità della persona in sé, non alla percezione che lui stesso ha, il terzo al fatto che grazie a questa intelligenza deve fondersi con l’essenza più profonda dell’io.
A livello pratico, sono numerosi gli studiosi che attraverso test e ricerche empiriche hanno cercato di rendere reale questo tipo di valutazione. Tra le varie ricerche, citiamo quelle che Mayer e Salovey hanno effettuato nel 1977 e nel 1990, con Di Paolo la prima e con Caruso la seconda. Nella ricerca che i 3 hanno effettuato nel 1977 viene usata una sorta di scala che di fatto ordine tutti gli step dell’intelligenza emotiva basandosi sulla riflessione e sull’analisi che il singolo fa di determinati eventi.
Il giudizio viene espresso tenendo conto del coinvolgimento del soggetto nella situazione e nel consenso che ruota attorno alla risposta che dal soggetto è stata data. Seguendo i medesimi criteri di base, nel 1990 è stata effettuata una nuova ricerca, basata sulla percezione delle emozioni da parte del singolo.
Se volessimo però identificare il primo studio di questo tipo in ordine temporale, dovremmo andare indietro, fino al 1922. Fu allora infatti che Averile e Nunley prepararono lo studio intitolato “comprensione e analisi delle emozioni”. In esso veniva evidenziato come le emozioni e il loro livello potessero influenzare il successo percepito e reale del soggetto.
Naturalmente l’intelligenza emotiva, al pari di quella comunemente definitiva intellettiva, non è da sola in grado di determinare la storia della persona e la sua posizione nel mondo, ma ha comunque una influenza che non può essere sottovalutata. Se vuoi sapere se tu sei dotato di intelligenza emotiva, puoi rispondere a queste 18 domande poste dall’Huffington post!