Quanto guadagna un infermiere: stipendio mensile e carriera in Italia
Spesso quando ci si approccia alle professioni, magari per buttare giù un’idea per il futuro lavorativo, tra le domande che ci poniamo è quanto guadagna ogni singola professione. In questo articolo ci poniamo due diverse domande: quanto guadagna un infermiere? Quale possibilità di carriera offre questo settore professionale? Vuoi sapere quanto guadagna un medico? Leggi il nostro articolo!
Prima di tutto però, è necessario evidenziare quanto sia importante il mestiere dell’infermiere al giorno d’oggi. In un Paese che i dati Istat evidenziano come tendente all’invecchiamento, in quanto i giovani sono decisamente sempre meno in proporzione agli anziani, lavorare in ambito medico e alla cura della persona rappresenta una via per assicurarsi un’occupazione sicura.
Nello specifico però, di che cifre parliamo a livello di retribuzione? Per carriera cosa intendiamo? Queste sono domande lecite per chi sta pensando di intraprendere questa strada nel proprio futuro. Per aiutarvi a dare una risposta ai vostri quesiti, andremo ad analizzare nel dettaglio la professione dell’infermiere, e i relativi stipendi e guadagni e quali sbocchi ulteriori può dare a coloro che sono particolarmente ambiziosi e vogliono fare carriera.
Quanto guadagna un infermiere: le categorie
Il primo passo da fare è individuare all’interno della professione tutte le varie categorie di infermieri che ci sono, ovvero in base alle professionalità conseguite e all’area di impiego, cose che incidono decisamente sula retribuzione finale. Si individuano dunque le seguenti specifiche:
- Infermieri semplici: sono quelle persone che generalmente non ricoprono un ruolo di grande responsabilità, e che quindi vengono impiegate in reparti a basso rischio. Generalmente questa categoria è composta a coloro che sono da poco entrati a far parte del mondo degli infermieri.
- Infermieri di sala operatoria: questa rappresenta una categoria di infermieri che vengono investiti di una maggiore responsabilità, in quanto addetti anche ad assistere il chirurgo durante tutte le fasi degli interventi chirurgici.
- Infermiere ferrista: trattasi di una sottocategoria del personale di sala operatoria, che ha la mansione di gestire la strumentazione che serve al chirurgo durante le fasi dell’intervento chirurgico.
- Infermiere di area critica: tale categoria di infermieri è quella che si occupa della gestione del pronto soccorso, oppure di mansioni similari a questo tipo di situazione.
Stipendio di un infermiere: pubblico e privato
La distinzione in Italia dello stipendio è particolarmente interessante da considerare, perché la tendenza è opposta al resto d’Europa. Infatti, se in questa area geografica si guadagna di più lavorando come infermiere privato, nel nostro Paese avviene l’esatto contrario, sebbene si tratti di poco di più, è maggiore la retribuzione nel servizio pubblico.
C’è comunque una faccia della medaglia poco incoraggiante, perché per entrare nel settore pubblico si deve passare un concorso, dove ogni anno vengono offerti pochi posti, e i partecipanti sono decine di migliaia.
Quanto guadagna un infermiere in Italia: emolumenti
Dopo aver analizzato aspetti diversi della professione degli infermieri in Italia, entriamo nel dettaglio per rispondere alla prima delle due domande che vi siete posti, e che abbiamo evidenziato all’inizio dell’articolo. Quanto guadagna un infermiere in Italia? Ecco i dati generali:
- Gli infermieri di day hospital, o che fanno parte delle cooperative, ONLUS e altre strutture di tipo privato o pubblico, vanno a percepire uno stipendio di circa 1000 euro mensili lordi.
- Gli infermieri che fanno parte dell’area critica, che come abbiamo visto in precedenza fanno parte del settore di pronto soccorso o assistenza alla sala operatoria, vanno a percepire uno stipendio lordo di circa 2000 euro mensili.
- Gli infermieri particolarmente abili e che hanno ambizione, potrebbero riuscire a crescere professionalmente, e andare a ricoprire ruoli di carattere organizzativo. Tale posizione garantisce uno stipendio mensile di circa 3000 euro lordi.
Se dunque vogliamo escludere posizioni di spicco (ovvero ruoli dirigenziali), prendendo a paragone solo la professione di infermiere semplice, la posizione a cui ambire per garantirsi una retribuzione decisamente interessante è quella di coloro che operano nell’area critica, ma in ogni caso sono stipendi sempre piuttosto bassi.
Guadagni di un infermiere: calcolo della retribuzione
Dopo aver visto le condizioni generali di un impiego da infermiere, e quanto in media si guadagna in base alla posizione e al luogo ove si svolge l’attività principale, vediamo adesso una metodologia per calcolare quanto guadagna un infermiere in Italia.
Come abbiamo visto in precedenza, le cifre di cui abbiamo parlato non rappresentano il guadagno effettivo, ma parliamo di cifre lorde, alle quali vanno tolte le tasse. Lo scaglione varia chiaramente in base alla categoria e allo stipendio percepito. Si partirà da un minimo del 23 percento, fino ad un massimo del 33 percento.
Se poi vogliamo andare fino ad un calcolo minuzioso, aggiungiamo anche al calcolo finale gli assegni, i contributi per la malattia, quelli delle ferie non godute e altre varie ed eventuali. In questo caso la cifra finale sarà il lordo meno una percentuale del 30 percento.
Quanto guadagna un infermiere: laureati, non laureati e carriera
Vi è un’‘anomalia’ (se così si può definire) nel sistema italiano a proposito della categoria infermieri. Infatti, vi sono infermieri che hanno conseguito la loro professionalità prima che fosse necessaria la laurea vera e propria, e quelli invece che hanno dovuto laurearsi per poter esercitare la professione.
Di fatto non vi è nessuno squilibrio, perché coloro che adesso diventano infermieri in seguito alla laurea, non appena riescono ad impiegarsi arrivano a guadagnare 1.600 euro netti al mese. Tale stipendio colloca la categoria subito dietro agli ingegneri.
La professione dell’infermiere, grazie al fatto che oggi è consentita solo dopo la laurea, permette una crescita professionale attraverso canali ai quali solo l’università permette l’accesso. Parliamo dei dottorati di ricerca e dei master, grazie ai quali si apriranno molte porte per occupare ruoli di livello maggiore.